Il Comune

Cenni storici

Caviano

Caviano, con le sottofrazioni di Scaiano, Dirinella e Ranzo è l’ultima frazione del Gambarogno prima del confine italiano.

 

Situato in zona collinare a ca. 300 m/slm, tipico villaggio rurale ora divenuto più che altro turistico per le abitazioni secondarie a scopo di vacanza, dove la popolazione estiva aumenta di 10 volte nei confronti dei residenti.

 

Degni di nota i caratteristici portici nei nuclei di Caviano e Scaiano che sovrastano le stradelle in acciottolato così da formare un unico tessuto delle varie costruzioni contigue.

 

Salendo per i sentieri in acciottolato si arriva ai Monti di Caviano, detti Centocampi, noti per una famosa leggenda con protagonista il diavolo e per i tetti in paglia ricavati dalla lavorazione della segale, ora praticamente scomparsi eccetto uno che è stato ristrutturato dall’Ente Turistico qualche anno fa a testimonianza del passato.

 

Salendo oltre si arriva all’Alpetto dove dalle vecchie cascine è stato ricavato un rifugio con possibilità di pernottamento, meta di diversi escursionisti e amanti della montagna.

Per chi ama la tranquillità, Caviano è sicuramente il posto ideale.

Centocampi
Centocampi

Contone

Contone, diventato una frazione del nuovo Comune di Gambarogno, si situa sulla strada che da Magadino va a Cadenazzo, alle falde del Monte Ceneri, colle che congiunge le due grandi regioni del Cantone Ticino.

 

L’abitato, addossato alla montagna, è storicamente documentato già nel 1104, quando Wido de Samarate fece ricostruire la Chiesetta di San Nicolao di origine alto-medioevale.
Antiche forme del nome sono Gondono, Cantono, Cantone, Contono e Canton.

 

Nel 1258 l’elenco delle terre della vicinanza del Gambarogno nomina Cantono, mentre la lista delle terre della riviera del Gambarogno cita Contone (1596).
Seguì le sorti dei conflitti tra Como e Milano; nel secolo IX il territorio milanese fu diviso in 9 province con a capo un Duca, un Conte o un Gastaldo.
Contone venne attribuito (come tutta la regione del Verbano) al Contado di Stazzona (o d’Angera).
Più tardi subì l’ingerenza delle famiglie nobili locarnesi che da Federico Barbarossa avevano a suo tempo ricevuto dei privilegi.

 

Col sorgere dei Comuni Lombardi si formano nella regione anche le prime organizzazioni municipali, dette Vicinanze, di estrazione rurale, con propri regolamenti e conglobanti una migliore libertà; è da pensare che anche Contone si sia dato in quell’epoca simili statuti.
Contone fu sede dal 1219 di un ospizio dell’Ordine ospitaliero di San Giovanni di Gerusalemme, diventato Ordine dei Cavalieri di Malta nel 1529.
L’ospizio – con le case, i terreni, le chiese e i boschi – diventò poi la Commenda di Contone di proprietà dell’Ordine citato.
Fino al momento in cui i beni erano di appartenenza della Commenda, la loro conduzione veniva affidata a dei “commendatori”, tutti provenienti dal di fuori.

Nel 1569 tutti i beni della Commenda vennero ceduti all’Ospedale di Santa Maria appartenente al Comune di Lugano.

 

Le attività principali degli abitanti furono fino al 1850 ca. l’agricoltura e la pastorizia, per le quali veniva sfruttata la base del pendio del Monte Ceneri; dopo, a causa dell’emigrazione, del declino del porto di Magadino e della costruzione della ferrovia, il quadro professionale della popolazione subì importanti cambiamenti.

 

Negli anni recenti le attività del terziario sono ormai predominanti; nei vasti terreni agricoli del Piano, un tempo paludosi e bonificati dopo i lavori di correzione del fiume Ticino, sono sorti degli insediamenti industriali e commerciali.

Gerra Gambarogno

l paese di Gerra é situato sulla sponda sinistra del Lago Maggiore, in prossimità della frontiera con l’Italia, formato su di un cono che si prolunga a triangolo nel lago. Il paese é suddiviso principalmente in tre nuclei e frazioni: Riva - parte destra del delta della valle ; Scimiana - a sinistra del delta e Ronco – vecchio agglomerato in collina, con una vista stupenda su tutto il bacino del lago ed il golfo di Ascona.

 

Il paese é raggiungibile, oltre che attraverso la strada cantonale che porta a Luino, tramite treno, sempre, e battello nel periodo estivo.
La popolazione residente tutto l’anno é di poco inferiore alle 300 unità. Sul territorio di Gerra oltre l’80% delle abitazioni sono a carattere secondario.

 

Il turismo é la più importante risorsa, ed in estate la popolazione raggiunge quasi le 2'000 unità.

 

Quali monumenti interessanti segnaliamo la chiesa parrocchiale di S. Rocco e S. Sebastiano, la Via Crucis, con i rilievi in bronzo dell’artista Mellmann, che si snoda da Gerra verso la frazione di Ronco, arrivando al vecchio oratorio, dove si possono ammirare affreschi di notevole pregio.

Indemini

Ubicazione

La frazione di Indemini (fino al 2010 Comune di Indemini) corrisponde alla parte superiore del bacino imbrifero del torrente Giona che, scendendo verso Maccagno, forma la Valle Veddasca, tipica valle di formazione glaciale. Il paese di Indemini è raggiungibile dal Gambarogno attraverso il Colle di Neggia, da Maccagno è raggiungibile lungo una strada tortuosa.

 

Di fronte al paese - e a ridosso dello stesso - si innalzano maestosi il Monte Pola, il Gradiccioli, il Tamaro, il Gambarogno e il Paglione. Due colli, Neggia e Sant'Anna, accorciano le distanze per giungere alla Riviera del Gambarogno. Tutto il comprensorio si sviluppa infatti su due versanti. Sul versante destro del Giona esposto a Sud troviamo il collegamento stradale che da Neggia porta ad Indemini. L'esposizione verso sud ha favorito lo svilupparsi degli insediamenti principali, oltre a piccoli gruppi di cascine ritroviamo il nucleo di Idacca e infine il villaggio di Indemini. Sul versante opposto ritroviamo invece i grandi alpeggi come 'Sciaga' e 'Montoia' che a loro volta fanno parte di una struttura di alpeggi lungo tutto il versante della Veddasca.

 

Territorio

Dal versante svizzero, Indemini confina con i Comuni di Vezio, Mugena, Arosio, Lugano (Demanio del Cusello), le frazioni di Piazzogna, San Nazzaro (Vairano) e Gerra Gambarogno. Verso l'Italia con il Comune di Biegno (ora frazione di Veddasca). I confini con Biegno-Veddasca vennero fissati fra lo Stato di Milano (di dominazione austriaca) e i Cantoni Svizzeri con il trattato di Varese del 2 agosto 1752, ratificato e sottoscritto a Biegno il 22 giugno 1754.

 

Il territorio di Indemini si estende su una superficie di 11,129 km quadrati. Di questi, circa 9 sono di proprietà del Patriziato, i rimanenti 2,129 sono di proprietà privata.

La proprietà privata si estende nelle zone vicino all'abitato, ai Monti bassi e ai Monti alti (Boaro, Rii, Idacca, Sciaga e Cimalprato). Inizialmente essa era eccessivamente frazionata in parcelle delle quali alcune misuravano solo 3 metri quadrati di superficie. I numeri di mappa che, inizialmente, erano 11'150, si sono poi avvicinati a 16'000 numeri di parcella. I fabbricati (rustici) costituivano 785 numeri.

 

Dopo il raggruppamento dei terreni (con misurazione provvisoria) iniziato nel 1960 e terminato nel 1972, i numeri delle parcelle e dei fabbricati si sono ridotti insieme ad un totale di 787 numeri di mappa. Nell'ambito della misurazione provvisoria (RT) è stato realizzato anche il collegamento stradale tra il villaggio di Indemini e il villaggio di Biegno (Veddasca) con l'apertura dello stesso al transito turistico nel 1965.

 

Il primo registro Censuario dei beni appartenenti ai privati è dell'anno 1766; le parcelle vi sono indicate con tutte le coerenze e con riferimento a piante, muri o sassi. La prima mappa fu invece allestita nell'anno 1850-1851 e la copia venne depositata al Consiglio di Stato il 10 dicembre 1859. Nel 1882 vi vennero fatte aggiunte di beni patriziali che passarono in proprietà privata. La mappa successiva, allestita dall'ing. Ferretti di Caslano, è depositata, agli inizi del 1972, alla Sezione Bonifiche Fondiarie di Bellinzona. Essa è stata provvisoria sino al 28 marzo 2001. L'ultima misurazione catastale definitiva è stata realizzata dal Municipio tramite l'ing. Gabriele Calastri di Sementina: tempo di realizzazione 7 anni, è entra in vigore il 28 marzo 2001.

Magadino

Il Comune di Magadino, oggi diventato una frazione del Comune di Gambarogno, era nato nel 1843 quando le terre di Magadino inferiore e superiore con quelle di Ponte, Quartino, Cadepezzo ed Orgnana si separarono dal Comune di Vira per formare un nuovo Comune. Le caratteristiche topografiche, unite all’intraprendenza dei cittadini, hanno favorito uno sviluppo continuo su più fronti.

 

La frazione di Magadino si affaccia con le sue sottofrazioni sulla sponda sinistra del Lago Maggiore fungendo da zona di transizione tra l’omonimo Piano e la riviera del Gambarogno. Grazie a questa posizione a cavallo tra la pianura ed il lago, la frazione offre ai residenti ed agli ospiti una pregiata diversità territoriale: riviere lacustri, campagne, terrazzi panoramici, boschi e monti si fondono creando un invidiabile comprensorio.

 

La fascia litoranea e quella collinare si sono ampliate con insediamenti primari ma anche con delle residenze secondarie che hanno dato una certa impronta turistica a questa zona.

 

Il lago con il bagno spiaggia sul delta della Molina, il porto patriziale, la preziosa riserva d’interesse nazionale delle Bolle con i suoi percorsi naturalistici, i sentieri panoramici, i locali pubblici ed i grotti, offrono interessanti e svariate possibilità di svago.

 

Il complesso architettonico della chiesa ospita il prestigioso ed eccezionale organo Mascioni ed è la sede del festival internazionale di musica organistica. Questa manifestazione, è il fiore all’occhiello delle varie attività culturali proposte nel Gambarogno.

 

I territori del piano a Quartino e Cadepezzo, grazie anche alla posizione strategica data dai collegamenti stradali e dalla facile disponibilità di manodopera transfrontaliera, si sono notevolmente sviluppati sia come polo artigianale ed industriale che come zona residenziale. Le varie attività insediate spaziano su un vasto campo e rappresentano un’importante fonte d’occupazione a livello regionale. In questo ambito, la frazione si vanta d’ospitare anche diverse ditte molto dinamiche e produzioni con alto contenuto tecnologico. Le attività agricole, anche se hanno subito una forte regressione, sono ancora presenti e mantengono una posizione importante nella salvaguardia del territorio.

 

La vicinanza del bosco con i suoi sentieri e le belle selve castanili come pure, l’accesso diretto alle strade e sentieri di campagna del Piano di Magadino, offrono possibilità di svago per tutte le età. La zona residenziale di Cadepezzo è particolarmente apprezzata perché gode di una gradita insolazione anche nel periodo invernale.

 

A coronamento di questa presentazione, occorre citare anche le svariate attività proposte da società e gruppi attivi nella frazione. Sport, musica, teatro, attività societarie ed organizzazione di manifestazioni varie, sono tra i molteplici campi d’attività che arricchiscono la vita della comunità e che, amalgamate alle caratteristiche topografiche e organizzative, fanno di Magadino una frazione particolarmente accogliente e piacevole.

Piazzogna

La frazione di Piazzogna sorge ad un’altitudine di 365 m s.l.m. su un terrazzo collinare della sponda sinistra del Lago Maggiore. Il villaggio è ubicato nella Riviera del Gambarogno in posizione rialzata. In riva al lago si trovano invece le due sottofrazioni, Alabardia e Vignascia.

 

L’estensione territoriale è di 3,91 km2. La frazione conta circa 400 abitanti. Nel periodo estivo i residenti addirittura quadruplicano, ciò a conferma che la frazione ha una vocazione turistica importante.

 

Il clima è particolare soprattutto nel periodo invernale. Vista l’esposizione del versante, durante l’inverno vi è per 6-8 settimane assenza totale del sole e le temperature sono relativamente fredde (media del mese più freddo 0 °C; minima assoluta –15 °C). In estate invece le temperature sono gradevoli e le massime raggiungono anche i 30 °C. Le precipitazioni annuali sono importanti e si situano attorno ai 1850 l/m2.

 

Le informazioni storiche sulla frazione di Piazzogna sono scarne e imprecise. Si è certi che verso la fine del Medioevo la Riviera del Gambarogno comprendeva il territorio dei Comuni di Contone, Magadino, Vira, San Nazzaro, Piazzogna, Gerra, S. Abbondio, Caviano e Indemini.

 

Nel 1487 essa ottenne dal conte Giovanni Rusca la separazione dalla grande comunità di Locarno, della quale fino ad allora aveva fatto parte, pur godendo dello statuto di Comune forense che già le garantiva una discreta autonomia. Il Gambarogno anticamente costituiva una sola vicinanza, con Vira quale primo centro. Data del 1803 la nascita del Comune politico di Piazzogna. Le antiche attestazioni ritrovate sul nome del luogo sono di Plazonia nel 1258, Piazognia e Plazognia nel 1296 e Plazzona nel 1591.

 

Personaggi illustri

Giacomo Fauser (1892-1971), chimico industriale. Dopo essersi laureato al Politecnico di Milano ha ideato nel corso degli anni diversi processi chimici, il più importante è quello della sintesi dell’ammoniaca. Molteplici i riconoscimenti internazionali: diverse Università e Politecnici europei gli conferirono la laurea “honoris causa” in chimica industriale.

Francesco Meschini (1762-1840), ingegnere architetto. Fra le sue grandi opere d’arte progettò e costrusse la strada che valica il Passo del San Gottardo aperta al traffico nel 1830 e il “grandioso” vecchio ponte di Ascona sulla Maggia. Fu consigliere nei due consessi cantonali e landamano.

San Nazzaro

La frazione di San Nazzaro è nata dall’omonimo Comune che a sua volta, in quanto entità politica nasce con decreto legislativo del 12 giugno 1929 dall'aggregazione fra l’allora Comune di Vairano, che all'epoca contava circa 250 abitanti, e quello di Casenzano, ridotto ormai ad una quarantina di abitanti (rispetto al centinaio del periodo di maggiore popolamento).

 

Alla storia recente dell'organismo comunale fanno da contrappunto le vicende delle terre che lo compongono, che da secoli si intrecciano ed associano nella condivisione della medesima realtà economica e sociale e nell'appartenenza, in particolare, a due entità comuni: la Comunità della Riviera del Gambarogno e la parrocchia di San Nazzaro.

 

La Riviera del Gambarogno si estendeva sul lato sinistro del Verbano, e comprendeva il territorio delle frazioni di Contone, Magadino, Vira, San Nazzaro, Piazzogna, Gerra, S. Abbondio, Caviano e Indemini. Nel 1487 essa ottenne dal conte Giovanni Rusca la separazione dalla grande comunità di Locarno, della quale fino ad allora aveva fatto parte, pur godendo dello statuto di comune forense che già le garantiva una discreta autonomia.

 

Il Gambarogno anticamente costituiva una sola vicinanza, con Vira quale primo centro. Più tardi però questo ruolo passò a San Nazzaro dove, sul sagrato della chiesa, si tenevano le assemblee della comunità. Centralità che del resto venne ribadita anche dopo l'indipendenza cantonale, poiché nel 1803 San Nazzaro divenne la sede della circoscrizione giudiziaria del Gambarogno.

 

Anche dal punto di vista religioso, per molto tempo Vira, dove (probabilmente nel V-VI secolo) era sorta la chiesa di S. Pietro, matrice di tutte le cappelle della riviera, rimase il punto di riferimento per tutto il Gambarogno. Le cose cambiarono a partire dalla metà del Cinquecento, quando la grande parrocchia che coincideva con i confini della vicinanza cominciò a frazionarsi in parrocchie più piccole. La parrocchia di San Nazzaro, creata nel 1558, era formata da Vairano, Casenzano ed Alabardia (oggi frazione di Piazzogna). Essa era gestita dall'assemblea del Chiesato, che riuniva i vicini di queste terre.

 

L'economia di San Nazzaro, al pari di quella delle altre zone del Gambarogno, era caratterizzata da un sistema fondato sull'agricoltura, l'allevamento e la selvicoltura. La pesca aveva invece una incidenza solo marginale. Anche i trasporti non integravano in maniera significativa i redditi derivanti dall'attività agropastorale, malgrado il villaggio si trovasse su una delle più importanti vie di transito fra il nord e il sud delle Alpi.

 

Come nel resto del Gambarogno, anche a San Nazzaro l'arcaica organizzazione economica non garantiva una produzione sufficiente per sfamare tutti gli abitanti e perciò la pressione demografica veniva smaltita attraverso l'emigrazione. Sin dal XV secolo l'emigrazione era un fenomeno ben ancorato in tutta la regione, con i maestri di muro gambarognesi che si recavano all'estero a svolgere la loro opera.

Sant'Abbondio

La frazione di Sant’Abbondio è un piccolo paese di collina situato ad un altezza di 230 m sopra il livello del mare ed è composto da tre sottofrazioni: Sant’Abbondio, Calgiano e Ranzo.

La data di nascita del Comune medievale è sconosciuta mentre è accertato l’anno 1558 per lo smembramento parrocchiale da Vira Gambarogno.

 

Similmente con Caviano è diviso in due agglomerati che nel passato comprendevano a destra le case e a sinistra le stalle e i fienili separati dal riale che lo percorre.L’incantevole poggio dove sorge la Chiesa del trecento, demolita nel 1852 e riedificata da Pietro Martella. Il solo campanile del cinquecento è rimasto della struttura originale.

 

Sant’Abbondio conta un numero importante di residenze secondarie e quindi una popolazione che in certi periodi dell’anno triplica.

 

La frazione può vantare una ricchezza che à l’acqua. In effetti, oggi solo una minima parte delle sorgenti viene sfruttata, per questo la frazione di Sant’Abbondio porta in dote al nuovo Comune del Gambarogno un importante progetto per un nuovo serbatoio di acqua potabile ed una centralina per il recupero energetico (investimento di quasi 3 milioni di franchi).

 

Su comodi sentieri, da Sant’Abbondio si può raggiungere in circa mezz’ora la frazione di Caviano mentre dall’altra parte, in circa un’ora si raggiunge la frazione di Gerra Gambarogno attraversando il bosco.

 

Dalla piazza di Sant’Abbondio parte una ripida mulattiera che porta alla Chiesa del Lauro e lungo il suo percorso si possono ammirare le Cappelle della Via Crucis e i muri a secco, restaurati tra gli anni 2002 e 2005 grazie ad un’iniziativa di Edgardo Ratti e al contributo di numerosi enti pubblici e privati.

 

Proseguendo la salita si raggiunge il pianoro dei Monti di Sant’Abbondio, le cui cascine sono edificate in gruppo a semicerchio e negli ultimi decenni sono state quasi completamente riattate e durante l’estate abitate per lunghi periodi.

 

Nella frazione esiste anche un piccolo negozio di alimentari ed un ristorante aperto quasi tutto l’anno con possibilità di pernottamento.

Vira Gambarogno

La frazione di Vira si affaccia direttamente sulla sponda del lago. I suoi abitanti, che un tempo vivevano di agricoltura e di pesca, oggi sono in gran parte occupati nel turismo, il commercio al minuto e nelle varie professioni del terziario presenti nella regione di Locarno e Bellinzona.

 

La vocazione turistica di Vira è indiscutibile vista la bellezza del suo territorio. Le caratteristiche intatte del nucleo e delle sottofrazioni di Corognola, Fosano e Scesana ne fanno uno degli angoli più belli della regione. Dalla riva del lago si passa alla collina e poi alla montagna, ricoperta dapprima da castagni e poi da suggestivi faggeti. Un territorio naturale che ha conservato l’antico fascino delle zone agresti fatto di ampi spazi aperti e da boschi lussureggianti. I monti di Vira, l’alpe di Trecciura e l’alpe di Neggia, sono mete di passeggiate che permettono di ammirare tutto l’arco paesaggistico che dal piano di Magadino spazia su gran parte del lago Maggiore.

 

Conosciute e rinomate a Vira sono pure alcune iniziative ricreative e culturali che si svolgono nel corso dell’anno. Una lunga tradizione di manifestazioni artistiche nelle vie del nucleo ha dato alla frazione una rinomanza che ha varcato i confini regionali.

Fondo fotografico Frida Spinella-Vanolli

 

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